Cosa scaveranno gli archeologi del futuro? Polli.




L’antropocene è un termine che indica l’epoca storica in cui attualmente viviamo. Questa è una definizione molto discussa e molto controversa per alcuni aspetti, ragion per cui verrà trattata con maggior chiarezze in un prossimo articolo. Qui ci si limita a dire che riguarda il nostro periodo storico, contemporaneo, e,  poiché caratterizzato da una forte spinta e modifica antropica dell’ambiente (della geologia, della biologia, della cultura ecc.), si è deciso di definirlo come epoca geologica.
L’argomento di questo articolo è ben esposto in: “Bennett C.E., Thomas R., Williams M., Zalasiewicz J., Edgeworth M., Miller H., Coles B., Foster A., Burton E.J., Marume U., 2018, The broiler chicken as a signal of a human reconfigured biosphere; Royal Society Open Science 5: 180325”. L’attuale pollo (Gallus gallus, Lynnaeus 1758) è uno degli animali più “utilizzati” dall’uomo. Di fatti sembra essere la specie con una popolazione superiore a tutti gli altri animali: se ne contano 22,7 miliardi rispetto ai 300 milioni di tacchini e all’ 1,1 miliardi di papere maiali e bovidi domesticati insieme. Questa specifica dominanza dei polli non sarebbe possibile se non con l’aiuto della tecnologia moderna: anzitutto, il sistema di produzione e la sua esportazione nel mondo sono fondamentali; negli USA c’è stata un aumento del 97% circa della produzione dal 1950 ad oggi; i venditori di polli sono i più numerosi e globalizzati, basti pensare al mondo KFC con oltre 25500 punti di vendita in 125 nazioni in tutto il mondo.
Il pollo attuale deriva dai “volatili rossi della giungla” (Gallus gallus, Lynnaeus 1758). Con il trasporto antropico la specie si è distribuita in tutto il mondo. Il suo record fossile è attualmente sconosciuto, ma indagini molecolari stimano la sua origine tra quella dei Galliformi avvenuta nel cretaceo. Il record archeologico è ben conosciuto: la sua domesticazione da parte dell’uomo sarebbe avvenuta intorno agli 8000 anni fa e le sue ossa più antiche sono registrate nella Valle dell’Indo intorno al 2500 a.C. . Successivamente, con l’apertura di rotte commerciali in tutto il mondo, fu esportato prima dai Fenici e poi in America nel 1500 d.C. . Queste ossa, comparate con le ossa archeologicamente più antiche, evidenziano grosse differenze: lunghezza e spessore delle tibie sembra essere più di due volte superiore nei polli moderni. A partire dal 1950 circa, le dimensioni e la massa muscolare appare notevolmente aumentata. Il quantitativo di isotopi di azoto (δ15 C) e di carbonio (δ13 C) è maggiore nelle ossa dei polli moderni e di quelle archeologicamente studiate: sembra che una dieta più intensiva e meno diversificata, come quella attuale, produca un quantitativo di carne maggiore. La crescita accelerata di tali animali porta con sé un aumento di multiple e significative osteo-patologie, mai registrate nelle ossa provenienti da contesti archeologici. La rapida crescita dei muscoli e dei tessuti di gambe e petto ha portato ad una lieve decrescita degli organi, come il cuore, riducendone, quindi, la loro funzione e la loro longevità; lo spostamento del centro di gravità e la riduzione della pelvi, inoltre, hanno portato una conseguente incapacità e difficoltà locomotiva.
Il consumo di pollo aumenta sempre più anno per anno. Ciò provoca una produzione di più di 65 miliardi di carcasse (dati del 2016), mai successo ad una specie nella storia della terra. Le carcasse possono essere deposte in discariche direttamente nelle fattorie o in discariche di massa quando siano affetti da patologie o danni fisici. Ciò implica che queste discariche con il passare del tempo diventino dei veri e propri markers antropocenici che gli archeologi del futuro scaveranno. Altri markers saranno molto verosimilmente la plastica o altri materiali difficilmente rimovibili, o accumuli di particelle di sferoidali di carbonati. Infine, data la sua distribuzione globale, la grandezza di popolazione, e la sua distintiva biologia si può concludere che il pollo attuale si ponga come una specie chiave per il riconoscimento, in futuro, dell’ epoca Antropocene.



What future’s archaeologists will dig? Chickens.

The Anthropocene is a term describing the historical era in which we currently live in. This is a definition much discussed and controversial in some ways, so it will be  better treated in a future paper. Here we merely say that about our historical period, contemporary, and, as characterized by a strong push and anthropogenic environmental change (geology, biology, culture, etc.), it was decided to define it as a new geological era.
The subject of this article is well explained in: "C.E. Bennett, Thomas r. Williams, m., j. m., Miller, Edgeworth Zalasiewicz h. Coles, b., Foster a., Burton E.J., Marume u., 2018, The broiler chicken as a signal of a human reconfigured biosphere; Royal Society Open Science 5:180325 ". The current chicken (Gallus gallus, Lynnaeus 1758) is one of the more "used" by the man. It seems to be the species with a population greater than all other animals: they are 22.7 billion compared with 300 million turkeys and 1.1 billion of ducks and pigs and cattle also domesticated elsewhere together. This particular dominance of chickens would not be possible without the help of modern technology: first, the system of production and its export in the world are critical; in the USA there has been an increase of 97% of production from 1950 to the present day; sellers of chickens are the most numerous and globalized world, just think of the KFC over 25500 retail outlets in 125 countries worldwide.
The current chicken comes from the "red jungle fowl” (Gallus gallus, Lynnaeus 1758). The anthropogenic transport of the species distributed it  worldwide. The fossil record is currently unknown, but molecular studies have estimated its origin between that of Galliformes in the Cretaceous. The archaeological record is well known: his domestication by humans would take place around 8000 years ago and its most ancient bones are recorded in the Indus Valley around 2500 BC. Later, with the opening of trade routes around the world, was exported before by the Phoenicians and then to America in 1500 ad. These bones, compared to the older bones archaeologically shows big differences: length and thickness of the tibiae appears to be more than twice as high as in modern chickens. Since about 1950, the size and muscle mass has greatly increased. The quantity of nitrogen isotopes (δ15 C) and carbon (δ13 C) is greater in the bones of modern chickens and archaeologically studied: it seems that a more intensive and less diversified diet, like the current one, produce a greater quantity of meat. The accelerated growth of these animals brings with it an increase in multiple and significant bone pathologies, never recorded in the bones from archaeological contexts. The rapid growth of the muscles and tissues of the legs and chest resulted in slight decrease of organs like the heart, reducing, therefore, their function and their longevity; moving the center of gravity and reducing the pelvis also brought a consequent inability and fix locomotive.
Chicken consumption is increasing year by year. This results in an output of more than 65 billion of carcasses (in 2016), never happened to a species in Earth's history. The carcasses can be laid in dumps directly on farms or in bulk dumps when being infected with diseases or physical damage. This implies that these dumps over time become real anthropocenic markers that future archaeologists will dig. Other markers will be most likely the plastic or other materials hardly removable, or spheroidal particles of carbonates. Finally, due to its global distribution, population size, and its distinctive biology it can be concluded that the current chicken as a key-species for the recognition, in the future,  of the Anthropocene Era.


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