La culla dell'umanità
La culla dell’umanità è l’Africa.
In che senso? Bisogna fare un premessa riguardante il concetto di specie. Il
concetto biologico di specie definisce che due individui appartengono a due
specie differenti se la loro prole non è fertile. Questa significa che la
riproduzione avviene, ma la prole non può riprodursi.
Negli ultimi anni la ricerca
riguardante la nascita della nostra specie, H.
sapiens, coadiuvata da archeologia genetica e paleoantropologia, ha portato
a numerose nuove scoperte. Fino a qualche tempo fa si pensava che H. sapiens iniziava la sua “vita” in
africa orientale circa 200 000 anni fa. Ad oggi la situazione è più complessa.
Un Perspective paper pubblicato sulla
rivista Science da due importanti scienziati, Chris stringer e Julia Galway –
Witham, riassume bene l’attuale stato dell’arte (Stringer
C., Galway – Witham J., 2018,” How did Homo sapiens evolve?”, Science 360
(6395), 1296-1298).
Cinque sono le teorie riguardante
l’origine della nostra specie che continuano a creare dibattito tra i
ricercatori:
1- Modello
multiregionale: prevede che vi siano più “centri continentali di nascita” di H. sapiens, da cui sarebbe
successivamente migrato in tutto il mondo. Questa teoria non è al momento molto
accreditata in quanto prove archeologiche, antropologiche e in particolare
genetiche pongono la nostra origine in Africa, come unico centro primordiale.
2- Modello
origine singola: un singolo centro regionale è stato il nucleo da cui poi si è
diffusa la nostra specie. Questo modello è stato negli anni sviluppato e meglio
definito. Difatti la continua scoperta di dati genetici ha permesso a questo
modello di essere cambiato in quello RAO.
3- Modello
RAO (Recent African Origin): secondo questa teoria a partire da 60 mila anni fa
le caratteristiche tipiche della nostra specie si sarebbero sviluppate in
africa e tramite la migrazione di popolazioni si sarebbero diffuse in tutto il
resto del mondo. Negli ultimi tempi, tuttavia, le numerose nuove scoperte hanno
aumentato il range di campioni osservabili, dando così spazio a numerose nuove
problematiche riguardanti tale teoria.
Per molti
ricercatori le differenti caratteristiche anatomiche tra H.sapiens e H.neandertalensis,
basterebbero a porli come specie differenti. Tuttavia, il sequenziamento del
genoma neandertaliano e la successiva scoperta di incroci tra le due supposte
specie supporta l’ipotesi che esse siano due specie differente; questo sarebbe
secondo alcuni un dato a favore del multiregionalismo. Questo argomento, inoltre,
mette in discussione il concetto biologico di specie: bisogna applicarlo
rigorosamente solo alle altre specie animali e trattare le specie umane in modo
differente oppure applicarlo ugualmente a tutte le specie animali e umane? I
dati genetici riguardanti le specie umane sono al momento pochi per rispondere
con certezza a questa domanda.
Questa teoria
viene messa in discussione anche da un altro ritrovamento archeologico. Nel
sito di Jebel Iroud in Marocco è stato scoperto un cranio attribuito a H.sapiens datato a circa 300 000 anni
fa. Il cranio, infatti, oltre a presentare tratti più arcaici, ha la tipica
forma del cranio sapiens. Ciò implica che la nascita della nostra specie va
spostata sia cronologicamente indietro nel tempo, sia geograficamente nel nord
Africa. Ma se così fosse allora bisognerebbe riconsiderare anche il fossile di
Dali, in Cina, datato anch’esso a circa 300 000 anni fa, che potrebbe essere
coinvolto nella storia della nascita della nostra specie. Questo ovviamente
supporterebbe l’ipotesi multiregionalista. Come districare questa situazione e
cercare di pensare una strada in cui tutti gli elementi possano rientrare per
ricostruire una storia quanto più esatta possibile? Secondo Stringer e
Galway-Witham devono essere prese in considerazione le due successive teorie,
RAOWH e AM.
4- Modello
RAOWH (RAO With Hybridization): le due ipotesi qui presentate si concentrano
entrambe sul lato genetico della questione enfatizzando due caratteristiche
differenti. Secondo la RAOWH i geni di sapiens si sarebbero diffusi in Eurasia
tramite le sue numerose migrazioni, con eventi di riproduzione con popolazioni
indigene rapidi che hanno portato al rimpiazzo di tali popolazioni
5- Modello
AM (Assimilation Model): questo modello prevede che delle popolazioni di
derivazione sapiens africano insieme a Neandertal e Denisova si siano mescolati
in aree molto grandi, permettendo ai geni di spostarsi tra queste diverse
popolazioni, inducendo, perciò, successivi cambiamenti fisici sempre più simili
ai tratti moderni di sapiens
Secondo gli
autori anche queste ultime due teorie hanno dei problemi: la bassa percentuale
di DNA neandertaliano in quello di sapiens sembra corrispondere a processi di
rimpiazzo di tali popolazioni; tuttavia, in alcune popolazioni viventi in Oceania
e Australia sembra persistere DNA neandertaliano e denisovano (6% circa), e
questo implicherebbe una coesistenza di popolazione per lungo tempo. Ciò
renderebbe più consistente il modello AM. Se lo sguardo viene spostato a scala
generazionale umana, in contrasto al tempo profondo, allora sembrerebbe più
esaustiva la RAOWH.
In
conclusione, ad oggi sembra più probabile che la culla dell’umanità sia
l’africa, più precisamente tre centri africani: Marocco, Africa Orientale, Sud
Africa. Il dibattito è ancora aperto e vivo rendendo necessario lo sviluppo di
nuove tecniche che permettano di rilevare e codificare DNA più antichi,
rendendo così disponibili nuovi dati. Ciò renderebbe il quadro più chiaro e
magari anche più esatto se accostato a dati archeologici e antropologici.
THE CRADLE OF HUMANKID
The cradle of
humanity is Africa. In what sense? You have to make a premise concerning the
concept of species. The concept of biological species, defines that two
individuals belong to two different species if their offspring is not fertile.
This means that the reproduction occurs, but the offspring cannot reproduce.
In recent
years, research into the emergence of our species, H. sapiens, supported by archaeology, genetics and
palaeoanthropology, has led to many new discoveries. Until some time ago it was
thought that H. sapiens began its
“life” in est - Africa about 200 000 years ago. Today, the situation is more
complex. A Perspective paper
published in the journal Science by two important scientists, Chris stringer
and Julia Galway – Witham, summarizes well the current state of the art (Stringer
C., Galway – Witham J., 2018,” How did Homo sapiens evolve?”, Science 360
(6395), 1296-1298).
There are five
theories concerning the origin of our species that continue to create debate
among researchers:
1 - Model
multi-regional: provides that there are two or more centers “continent of
birth” of H. sapiens, which would subsequently migrated throughout the world.
This theory is not very accredited as the archaeological evidence, anthropology
and in particular genetic place our origin in Africa, as it is the only center
primordial.
2 – Single
Model: a single regional centre has been the nucleus from which was then spread
our species. This model has been over the years developed and better defined.
In fact, the continuous discovery of genetic data has allowed this model to be
changed in the RAO.
3 - Model RAO
(Recent African Origin): according to this theory starting from 60 thousand
years ago, the typical characteristics of our species would have developed in Africa
and through migration of populations would have spread throughout the rest of
the world. In recent times, however, the number of new discoveries have
increased the range of samples that are observable, thus giving space to many
new issues related to such a theory.
For many
researchers, the different anatomical features between H. sapiens and H.
neandertalensis, are enough to put them as different species. However, the
sequencing of the neanderthal’s genome and the later discovery of interbreeding
between the two supposed species supports the hypothesis that they are two
different species; this would be according to some given in favour of the
multiregionalism. This topic also brings to discussion the concept of biological
species: it is necessary to apply strictly only to the other species of animals
and to treat the human species in a different way, or apply it equally to all
the species of animals and humans? Genetic data concerning the human species
are at the moment few to answer with certainty to this question.
This theory is
questioned also from another archaeological find. In the site of Jebel Iroud,
Morocco has been discovered a skull attributed to H. sapiens dated to about 300 000 years ago. The skull, in fact, in
addition to presenting the most archaic, shows the typical shape of the skull
sapiens. This implies that the birth of our species must move both
chronologically back in time, both geographically in north Africa. But if this
were so then we should reconsider the fossil Dali, in China, that is dated also
to 300 000 years ago, which might be involved in the story of the birth of our
species. This, of course, would be the hypothesis multiregionalist. How to
untangle this situation and try to think a way in which all the elements return
them to reconstruct a history as well as the most accurate possible? According
to Stringer and Galway-Witham must be taken into consideration in the two
subsequent theories, RAOWH and AM.
4 - Model
RAOWH (RAO With Hybridization): the two cases presented here focus both on the
side of the gene pool of the question emphasizing two different
characteristics. According to the RAOWH genes in sapiens would be popular in
Eurasia, by means of its numerous migrations, with the events of reproduction
with the indigenous peoples quick that have led to the replacement of these
populations
5 - Model AM
(Assimilation Model): this model predicts that the populations of the
derivation sapiens african with Neanderthal and Denisova are mixed in very
large areas, allowing genes to move between these different populations,
inducing, therefore, the subsequent physical changes, becoming more similar to
the traits of the modern sapiens
According to
the authors these last two theories have problems: low percentage of neanderthl’s
DNA in to sapiens seems to correspond to processes of replacement of these
populations; however, in certain populations living in Oceania and Australia
seems to persist neanderthal’s and denisovan’s DNA (about 6%), and this would
imply a coexistence of the population for a long time. This would make it more
consistent with the model AM. If the gaze is moved to the generational scale
human, in contrast to the deep time, then it would seem more comprehensive
RAOWH.
In conclusion,
it seems more likely that the cradle of humanity is Africa, more precisely
three african centres: Morocco, East Africa, South Africa. The debate is still
open and alive, making necessary the development of new techniques that allow
to detect and encode DNA more ancient, thus making available new data. This
would make the picture more clear and maybe even more exact if compared to the
archaeological data, and anthropological.
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